Qualche giorno fa, a poche decine di miglia da Marettimo, quando la “traversata” sembrava ormai riuscita, al VHF una vocina da Trapani diffondeva un avviso ai naviganti: era stato avvistato, fra Levanzo e l’isolotto della Formica, un cadavere che galleggiava alla deriva.
Ho saputo oggi che alla fine il cadavere è stato ripescato ed era un marittimo disperso ormai da settimane.
Inutile, però, dire che la mia mente ha pensato ad altri cadaveri che riempiono il Canale di Sicilia. Specie adesso che sono qui anch’io. Oggi sono africani, mediorientali. Settant’anni fa erano europei quando durante la seconda guerra mondiale il Canale era luogo strategico per le sorti del mondo. Duemila anni fa erano cartaginesi, romani.
Dal mio umile punto di vista di navigatore, uomo mediterraneo che dorme in tenda o per terra in barche di gente appena conosciuta, in balia del meteo e del vento, mi pare tutto così assurdo quello che succede in questo paese: magliettine, orologi, metropoli transatlantiche.
Ma di cosa parla, e su cosa dibatte, la gente?
E nel frattempo, ciliegina sulla torta, mini-minigonne e profumi per uomo sfilano per il corso delle isole minori, strafottenti, spensierati, impersonali, come ogni anno, tutto uguale…
Pubblicato il: 8.Lug.2018 Lascia un commento