Meno di due giorni e mezzo ci ho messo per “il grande salto” da Carloforte a Marettimo. È stato intrigante aspettare la finestra meteo giusta e rischiare, azzeccandoci, una partenza che sei ore prima o dopo sarebbe potuta essere problematica. Così in fretta cambiano i venti nel Mediterraneo. Ciononostante, il troppo mare ha danneggiato il timone che va riparato immediatamente.
Superato Capo Carbonara, estremo sud orientale sardo, il tuffo nel vuoto è stato realmente emozionante. Il momento in cui ho messo la prua a 120 gradi mi ha fatto battere il cuore forte. Mi sono sentito realmente vulnerabile.
Ho riprovato, per 24 ore, le sensazioni della traversata atlantica di due anni fa. E non solo l’onda lunga “lunga” che non si sa da dove viene. Ma anche l’isolamento totale che sublima i pensieri e li rende mere osservazioni, del tempo, dei colori, del vento, delle immancabili berte, della barca. Il presente e nulla più.
Ma è già tempo di tornare alla realtà solida, sociale. Però dai, sono a Marettimo, uno dei posti più affascinanti del Mediterraneo, non mi lamenterò…
Pubblicato il: 28.Giu.2018 Lascia un commento