Ortigia è il centro storico di Siracusa. Arrivandoci, non ci si fa attenzione, ma si attraversa un ponte di una trentina di metri. Di conseguenza, seppure per poco, Ortigia è un’isola.
Ortigia è anche la storia di Siracusa. Fu colonia greca e fu la più importante di tutte al punto da sconfiggere persino i “genitori” greci in una storica guerra centinaia di anni prima di cristo. E la colonia nacque proprio ad Ortigia e non sulla terraferma.
Inserendola nel mio itinerario, mi chiedevo quanto oggi fosse isola, Ortigia, e quanto isolani si sentissero i suoi abitanti. Ancora una volta, due giorni sono pochi per capirlo, ma delle prove che un senso d’insularità esista anche qui le ho avute. Dalla commozione di Massimo Sinatra nell’attraversare ogni giorno il ponte per andare a lavoro a creare incantevoli gioielli, alcuni dei quali ispirati direttamente alla storia greca di Ortigia. O dai racconti sulla vita “di paese” di un’ortigiana d’adozione, Tiziana, dell’Enoteca “a putia” delle cose buone (dove si mangia benissimo e si respira aria di casa).
Insomma, tanto ci sarebbe da dire e da indagare. Ma non è il mio scopo, adesso, qui. Io so solo che Ortigia è uno dei posti più belli d’Italia in assoluto, la Piazza Minerva è secondo me (e secondo Emanuele Crialese) la piazza più bella d’Italia, ma il costo di un appartamento al metro quadro si aggira intorno ai 10 mila euro, e così quest’equilibrio già parzialmente destabilizzato da una quantità esorbitante di turismo è fragilissimo e rischia di rompersi giorno dopo giorno. Ci vorrebbero più persone come Paola, proprietaria di un B&B incantevole, donna accogliente, con tanta voglia di condividere e attaccatissima alla sua Ortigia. Grazie mille, Paola…
Adesso però mi aspettano un’altra isola atipica, il centro storico di Gallipoli, e per arrivarci la tappa più lunga fino ad ora: 240 miglia di Mar Ionio.
Pubblicato il: 30.Lug.2018 Lascia un commento