Ustica è la “mia” isola. Ci ho vissuto un anno e mezzo negli ultimi tre anni, e facendo un rapido calcolo ci ho passato almeno l’equivalente di un mese sott’acqua.
Non è un’isola facile e ad effetto, direi. Il suo affetto, in entrambi i sensi, va conquistato ed è riservato a chi porta pazienza.
Margherita, col compagno Vito, credo che di pazienza ne abbiano avuto parecchia. Queste le sue parole:
«Ho 39 anni, due figli, una laurea e un dottorato di ricerca in agraria. Dopo le esperienze di studio e lavoro in città sono tornata in campagna. Sui terreni coltivati dai nostri nonni, insieme al mio compagno, Vito Barbera, trapanese trapiantato a Ustica, abbiamo deciso di investire il nostro futuro. Otto anni fa dopo aver lasciato, lui, la carriera universitaria e io, il fatidico “posto fisso” al Ministero dell’Agricoltura, siamo tornati a vivere a Ustica con i nostri bambini e abbiamo preso in mano e rinnovato l’azienda agricola di famiglia. Date le mie radici per metà siciliane e per metà lombarde riesco a integrare organizzazione e passione nella gestione dell’azienda e della famiglia. Sono parte attiva nelle realtà associative dell’isola che raccolgono produttori agricoli e operatori turistici per promuovere agricoltura e turismo».
L’azienda agricola si chiama Hibiscus (https://www.agriturismohibiscus.com/) ed è una delle eccellenze usticesi. Produce, con metodi biologici, dei bianchi da paura e un passito di zibibbo incredibile. Oltre alle immancabili lenticchie – IL presidio Slow Food usticese – e, a Erice, olio extravergine d’oliva.
Margherita, Vito: sarete i primi che incontrerò nel mio viaggio, ma giocherò in casa 😉
Pubblicato il: 20.Mar.2018 Lascia un commento