Teresa, come ammette lei stessa, passerà alla storia come “La Maestra di Alicudi”. Cominciò a insegnare negli anni ’80 nei quartieri difficili della sua città, Milano, a fianco di gente con cui vennero scritte pagine importanti della storia dell’insegnamento in Italia.
Quando chiese di essere trasferita mise in cima alle sue preferenze il Comune di Lipari, innamorata come già era allora delle Isole Eolie.
Il caso, o il caos, le giocò allora uno scherzo che cambió per sempre la sua vita. Al Comune di Lipari appartengono tutte le Isole Eolie tranne Salina (che, solo lei, conta tre comuni – ma questa è un’altra storia, molto siciliana); e, siccome lei era prima in graduatoria, le fu affidata l’isola che comincia per A: Alicudi. Maledetto criterio alfabetico.
Teresa non conosceva Alicudi neanche di nome, praticamente nessun turista a quei tempi andava ad Alicudi (a mala pena anche oggi). Sbarcò un 14 luglio, per la presa della Bastiglia, e quando arrampicandosi per i gradini di quella che è l’unica strada di Alicudi, percorsa in proporzioni uguali da muli e cristiani, chiese a un signore massiccio e burbero dove fosse la scuola, quello le rispose: “S’accomodasse”. La scuola era lì, in una stanza dentro una casa come le altre che d’estate, se ci si riusciva, veniva data in affitto ai turisti.
Negli anni la scuola di Alicudi ha avuto una media, credo, di 5 alunni, elementari e medie riunite in una classe unica, la cosiddetta pluriclasse. Ma una battaglia l’ha vinta: nel 1997, un illuminato Sindaco di Lipari (lo stesso che riuscì a far attribuire alle Isole Eolie il titolo di Patrimonio dell’UNESCO – primo sito naturalistico al mondo ad essere dichiarato tale…- acquistò una splendida casa eoliana che fu destinata alla scuola. Io l’ho vista la scuola, ho raccontato ai 3 ragazzini del mio viaggio e di cosa vuol dire isola di plastica (che non vuol dire che ci si può camminare sopra, come i benpensanti sensazion-ambientalisti amano ripetere), e penso che sarà anche la scuola più piccola d’Europa ma è anche la scuola più bella del mondo. Con un panorama drammaticamente bello sulle isole sorelle e tanto mare, ovunque, a perdita d’occhio.
Teresa, occhi troppo intelligenti per quel viso solcato dai sacrifici, è una donna che ha immolato la sua vita personale in nome del diritto all’educazione. È una frase che sa di partigiani, di emigrazioni transoceaniche, di amori platonici. Eppure siamo nel ventunesimo secolo, e ciò dimostra che battaglie così ce ne sarebbero eccome, ancora. Oggi ha terminato la sua missione a scuola, Teresa, o meglio l’avrebbe terminata se non l’avessero richiamata perché l’ennesima maestra ha mollato dopo qualche settimana o mese dall’inizio dell’anno scolastico.
Quello che è straordinario, commovente, è che una donna di cultura e intelligenza finissime, possa consacrarsi ad un puntino geografico come Alicudi, con 60 persone per più della metà dell’anno (fra cui si annoveranno mangiatori di tartarughe e tagliatori di trombe marine), gente semplice, certo, ma anche chiusa, cinica, che ha subito troppi abbandoni nella storia per riuscire a fidarsi ancora di qualcuno. Un posto durissimo quanto meraviglioso, dove trovare un equilibrio personale è quasi impossibile. Che tu sia isolano o no. Un posto però, dove, aiutati da questa grande bellezza naturale, letteralmente stordente, se hai un obiettivo concreto compatibile con un luogo remoto e tanta tanta forza di volontà, forse può avere senso ritirarsi vivendo nell’apparente semplicità di ogni giorno.
P.S.: Alberto Bougleux, documentarista (e velista) innamorato delle Eolie, fondatore fra l’altro del Museo del Cinema di Stromboli, ha realizzato qualche anno fa un documentario sublime, ma durissimo, sulla scuola di Alicudi. Qui sotto il trailer.
Pubblicato il: Lascia un commento