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#26 Linosa – Partenza

Che dire di Linosa… Forse la più autentica di tutte, quella che di più ha saputo difendersi dal turismo di massa rimanendo fedele a se stessa, accogliendo con gioia i turisti invece di spennarli in modo impersonale come accade in tanti altri posti.

A Linosa è difficile arrivare, più remoto di così, in Italia, non c’è nulla. E così chi viene lo fa con totale consapevolezza, e arriva qui con uno spirito aperto, pronto a scoprire un’isola che non è solo bei paesaggi o mare cristallino, ma soprattutto begli incontri.

E io, di begli incontri, ne ho fatti tanti in quelli che dovevano essere tre giorni e alla fine sono diventati otto per via del Maestrale. Tutto è nato da Claudia, Giovanni e Francesca del Terraferma Diving, uno dei migliori diving dove sia stato, un diving che è anche il polo culturale di Linosa – cosa fantastica in un paese, l’Italia, in cui ahimè troppo poco spesso subacquea fa rima con cultura. Polo culturale dove l’accoglienza è la prima regola, e la seconda è la condivisione: pilastri della mediterraneità. Non so come ringraziarvi, ragazzi, e questo d’altra parte non è il posto giusto per farlo.

Il diving si chiama Terraferma perché l’amicizia dei soci nacque proprio sul set di Terraferma, quel capolavoro che è il film di Emanuele Crialese, girato una manciata di anni fa proprio qui a Linosa. E chi vado a incontrare, conoscere, e intervistare? Proprio Emanuele Crialese, uomo dolcissimo, pieno di poesia e sensibilità. È stato un grande privilegio e una grande ispirazione, conoscerti, Emanuele. Grazie anche a te per esserti aperto e avere capito tutto.

Poi un uomo fantastico e un professionista impressionante, Claudio Palmisano, fotografo che per sei mesi all’anno vive qui in una casetta che ha trasformato in un piccolo studio fotografico. Fra le mille cose, Claudio ha studiato un metodo per creare delle composizioni fotografiche panoramiche subacquee che rendono giustizia alla grandisità dei fondali linosani. Se nel mondo dell’apparire internettiano la post-produzione per lo più allontana la foto dalla realtà, rendendola più sensazionalistica, Claudio lavora al contrario: la post-produzione serve a rendere nel miglior modo possibile la realtà. E questi seascapes ne sono la prova lampante. Guardateli, vi prego, seguendo questo link. Il tuo sushi, la tua pizza, Claudio: indimenticabili…

C’è poi stato Michele, che a parte panificare per l’unico forno ogni notte, con grande passione ha riportato le vacche a Linosa. Qui, 25 anni fa, di vacche se ne allevavano più di 500; poi, stupide leggi europee lontane e incuranti di realtà isolate e remote come questa ne hanno imposto l’eliminazione. Ma Michele ci sta riprovando, per uso personale, chiaro. Due chicche: le vacche mangiano pale di fichi d’india, che qui si usano per delimitare i terreni, e la ricotta si fa con l’acqua di mare.

E infine Piero Zambuto, scultore che trae ispirazione dall’immensa energia di Linosa, che ci ha anche lui aperto le porte del suo mondo, fatto di ricerca della forma perfetta, tra nudo femminile e poesia della pietra e del legno.

Si riparte per Ortigia, prima delle due isole atipiche (l’altra è Gallipoli), 150 miglia con la sagoma inquietante della meno mediterranea fra le isole, Malta, in mezzo. Ma Linosa rimarrà impressa qui, nella mente, tanto tanto a lungo…

 

Pubblicato il: 26.Lug.2018   Lascia un commento

33isole

L'ideatore del progetto e navigante sono io, Lucio Bellomo, nato nel 1983 a Palermo, in Sicilia. Che poi è anche Italia ;-) Ingegnere elettronico (non ne vado fiero), dopo il dottorato ho lavorato come oceanografo fisico in Francia, facendo ricerca sui fenomeni fsici che regolano il funzionamento di mari e oceani. Ho partecipato a numerose campagne oceanografche internazionali imbarcandomi per più settimane consecutive. Con questo bagaglio ho lasciato l'Università alla ricerca di un contatto ancora più diretto con il mare. Oggi lavoro come istruttore di subacquea con le bombole ed in apnea fra piccole isole mediterranee e mari tropicali. Nel tempo libero mi dedico alla navigazione a vela, dapprima in Mediterraneo e poi in Atlantico.

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