Procida è l’“Isola di Arturo” di Elsa Morante. “Ah, io non chiederei d’essere un gabbiano, né un delfino; mi accontenterei d’essere uno scorfano, ch’è il pesce più brutto del mare, pur di ritrovarmi laggiù, a scherzare in quell’acqua”.
Quando mi imbarcavo nelle navi oceanografiche del CNR, tutti i marinai erano procidani. Tutti! Vera gente di mare moderna, che ci raccontava di come fosse duro vivere 3 mesi imbarcati e 3 mesi a terra. E poi, cucinavano da dio!
Procida è anche l’isola di una persona veramente straordinaria. Così si definisce Nicola Scotto Di Carlo:
«Direi che sono un procidano di ritorno. Rientrato sull’isola 12 anni fa con con la nascita del mio secondogenito. Dopo aver vissuto a Manfredonia, Bari, Roma, Fiumicino, Pavia, Milano, Zurigo, Napoli, Procida richiamò. Tanti luoghi, tante vite vissute, molte passioni e profonde esperienze. Oggi posso affermare che vivere su un “atollo” mediterraneo, rispetto all’affrontare la dimensione metropolita delle grandi città, la scarsa qualità della vita e la complessità della quotidianità, mi ha permesso di individuare la formula aurea perché lo spazio e il tempo siano delle variabili pienamente controllabili, con tutto il benessere che ne consegue.
«Ho 44 anni, sono un designer/tecnologo, formato al Politecnico di Bari, all’Istituto Superiore di Design, nonché allo studio/bottega del grande designer AG Fronzoni. Sono coordinatore didattico di un corso di studi triennale in Design della Comunicazione, mi occupo di rilievi tridimensionali subacquei, sono direttore IT di una società che gestisce una rete estesa di agenzie di viaggio, sono parte di un gruppo di ricerca attivo nell’indagine sui sistemi di rappresentazione per la musealizzazione immersiva.
«Cerco, quindi, di non annoiarmi. E per non correre questo rischio, dal 2008 perseguo il mio impegno laico nella società cercando di trasferire un po’ delle esperienze e dei vantaggi della dimensione culturale metropolitana all’interno del piccolo contesto isolano. In questa direzione, con amici e istituzioni è stato possibile realizzare un’area espositiva chiamata TERRA in cui finalmente i Procidani potevano apprendere la verità scientifica della “propria” storia archeologica oltre a quella geologica. Oggi, TERRA è diventata Museo Civico Virtuale e me ne occupo attivamente in qualità di curatore. Spero di poterne aprire presto la porte a tutti gli amici di 33 Isole e di Lucio».
E io, Nicola, non vedo l’ora che tu mi faccia da cicerone nella tua Procida. Ne uscirò arricchito, più saggio, forse, e colmo di meraviglia.
Pubblicato il: 5.Mar.2018 Lascia un commento